Come avevo gia' detto, dalle ceneri della "Locanda del Lupo" di Miramare di Rimini, nacque il "New York". Per l'epoca (1979) era una discoteca davvero all'avanguardia visto la tecnologia applicata ad ogni parte della struttura: 10.000 watt di audio e luci supertecnologiche con consolle DJ composta da tre piatti Thorens TD125 con bracci Stanton e testine Shure. Sulle facciate dell'ingresso c'era dipinta la citta' di New York mentre all'interno facevano bella mostra di se' grosse colonne a specchi, cilindri e sfere (sempre con specchietti) e un grande pannello (a sinistra della cabina DJ) con tante lampadine comandate da una centralina elettronica che creava effetti luminosi da capogiro. Per l'inaugurazione ci si "servi'" dei DJ Mozart, Rubens, Jano e l'appoggio dell'allora DJ in erba Peri (fratello del propetario Gianluigi Mulazzani). Per creare un'atmosfera magica ed avvinghiante fu noleggiato (per la prima serata) un laser con tanto di ingegneri che lo controllavano, pensate che mentre oggi un laser lo si puo' trovare addirittura in una penna, allora era uno strumento enorme e complicatissimo oltre che pericoloso (intorno al laser fu messa una recinzione con catene per un raggio di 4 metri per evitare ustioni). Ore 21,30, nel locale si fa buio completamente e dal primo "piatto" partono le note di Brown Rice di Don Cherry, si comincia a sentire l'odore acre proveniene dalle macchine del fumo quando all'improvviso si accende il laser che puntato sulla grossa sfera centrale a specchi riflette il raggio stesso su tutto cio' che era a specchi facendo esplodere il locale di migliaia di raggi verde acqua e creando un effetto davvero unico e strabiliante. Il volume della musica (i primi funky) aumenta sempre di piu' e dopo un silenzio generale (a parte la musica) si solleva un boato generato dai ragazzi che dopo lo stupore iniziale vengono via via trascinati in quella atmosfera magica fino a farli letteralmente "sballare" (nel vero senso buono della parola). Purtroppo la moda dell'epoca non era tollerata dalla gente "comune" e ancor meno la vita dei giovani (i ragazzi venivano chiamati "esauriti") che vivevano come gli hippyes degli anni '60 stazionando e bivaccando dove capitava (molti di loro dormivano sui marciapiedi fuori dal locale) ed essendo il New York a ridosso della spiaggia il loro riunirsi tutto il giorno con i loro stereo a "manetta" comincio' a creare scompiglio con i gestori di alberghi e ristoranti del luogo fino a costringerli a servirsi delle forze dell'ordine. Ricordo che l'atmosfera era talmente tesa che un giorno ci fu una carica dei carabinieri con conseguenze davvero drammatiche (la sera stessa dopo il raid delle forze dell'ordine fu incendiata un'automobile che fu spinta verso la caserma dei carabinieri). Anche i media cominciarono ad interessarsi del fenomeno e per sedare completamente questa specie di "rivoluzione" giovanile pensarono "bene" (secondo loro) che chiudendo il New York avrebbero sgominato gli "esauriti", in realta' non fecero altro che danneggiare il proprietario del locale che dopo un oneroso investimento si vide "sigillare" quello che poteva diventare un vero mito dopo la Baia (che nel frattempo cambio' gestione). E gli "esauriti"? Se ne andarono? Macche', si spostarono semplicemente da Miramare a Riccione al Columbus (bar sul mare in fondo a Viale Ceccarini) continuando con i loro stereo portatili, i loro jeans sdruciti e la tanta voglia di vivere quegli anni con quella ribellione che ogni due o tre generazioni si affaccia per un attimo per poi spegnersi come un fuoco di paglia!
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